Dopo una mattinata intensa in Palazzo Medici Riccardi, con la firma del protocollo di amicizia tra la Città Metropolitana di Firenze e la nazione Lakota Sioux, lunedì 4 ottobre la delegazione dei nativi americani si è spostata al Grand Hotel Mediterraneo per dare il via alla lunga serie di incontri che occuperanno il calendario da qui a domenica prossima.
Il primo incontro è stato condotto da Alessio Vissani, fotoreporter autore di diversi viaggi nelle riserve degli indiani d’America, che ha dialogato con Michele Rubini, disegnatore di punta nella scuderia Bonelli, autore di tante storie di Zagor, Morgan Lost, Brendon e soprattutto della nuova serie dedicata al Tex giovane, intitolata semplicemente “Tex Willer”.
Rubini ha raccontato il suo lavoro di rappresentazione viva dei nativi e dei bianchi che li scacciavano dalle loro terre, fatto di grande maestria nel disegno e di estrema attenzione alla ricerca iconografica e storica.
Tex è un personaggio molto amato, il più noto personaggio dei fumetti italiani, nato nel 1948 dalla penna di Gianluigi Bonelli e dal pennino di Aurelio Galeppini, in arte Galep. Da subito Tex si è fatto amare per la sua tempra e per la sua grande onestà, nei confronti di tutti gli uomini, indipendentemente dal colore della pelle, dalla nazionalità e dalla ricchezza. È così che Tex è diventato il responsabile dell’innamoramento di molti giovani degli anni ‘60 e ‘70 per la frontiera del West, ma non solo per lo stereotipo dello sceriffo buono e dell’indiano cattivo, bensì per un universo ben più complesso, che ha sempre raccontato con grande rispetto la cultura, la tradizione e i diritti dei nativi.