Si è aperta a Firenze Wolakota, una settimana di eventi dedicati all’amicizia tra l’Italia e il popolo nativo americano dei Lakota Sioux.
La consigliera con delegaa alla Cultura della Città Metropolitana, Letizia Perini, ha accolto nella Sala Giordano di Palazzo Medici Riccardi una delegazione Lakota accompagnata da Alessandro Martire, presidente dell’associazione Wambli Gleska, rappresentante ufficiale in Europa dei Lakota, per rinnovare il patto di amicizia che dal 1998 unisce la Toscana e i nativi americani. L’occasione della firma è avvenuta però in un contesto straordinario: il riconoscimento, per la prima volta al mondo, della sovranità del popolo Lakota da parte di un’istituzione ufficiale. “Si tratta di un evento storico per i popoli nativi – ha affermato Alessandro Martire – che mai fino ad ora hanno avuto il riconoscimento del loro status di legittimi abitanti della propria terra. È un passo fondamentale verso il riconoscimento della vera natura della “scoperta dell’America”, e cioè il più grande genocidio, ecocidio ed etnocidio della storia dell’umanità”.
Ad aprire i saluti è stato Luigi Lucchi, sindaco di Berceto (Parma) che, durante il suo mandato nel 1988 per primo promosse il gemellaggio con la tribù Lakota. Lucchi ha accolto con grande gioia il compimento di un progetto che già allora avrebbe voluto ma che non si potè compiere per impedimenti politici.
A seguire la Perini, tenendo tra le mani la Sacra Pipa, come vuole la tradizione Lakota nelle occasioni in cui si fanno accordi ufficiali, ha ribadito la volontà della Città Metropolitana di rinsaldare un’amicizia nata nel segno del rispetto reciproco. Una relazione che diventa ancor più preziosa in tempi in cui l’Occidente deve ricreare il proprio rapporto con l’ambiente, e non può farlo se non nella direzione seguita per millenni dai popoli nativi: quella del rispetto totale per la natura che ci circonda e ci governa.
Cruciale anche la presenza di Ragini Gupta, Console Generale presso il Consolato Generale degli Stati Uniti d’America a Firenze, che ha riconosciuto gli errori degli USA nella gestione dei rapporti coi nativi, non solo nei secoli della colonizzazione ma anche in tempi più recenti, segnati dal mancato rispetto delle tante promesse fatte ai nativi segregati nelle riserve. Inaspettato, clamoroso e gradito il gesto della Console di sottoscrivere con gli altri il protocollo di amicizia e riconoscimento della sovranità Lakota.
Bello e sentito anche il saluto del delegato della rappresentanza italiana dell’UNESCO Vittorio Gasparrini e, ovviamente, quelli dei delegati Lakota. In particolare ha colpito l’intervento di Marla Bull Bear, sinceramente felice di vedere due donne rappresentare Firenze e gli USA in questo importante evento. Una società, quella Lakota, costruita su un’impronta fortemente matriarcale, purtroppo negata e repressa dalla colonizzazione occidentale.
Ha chiuso l’incontro la firma congiunta di tutti gli invitati, prima di spostarsi nella Galleria delle Carrozze dove il tradizionale taglio del nastro ha ufficialmente inaugurato la mostra di oggetti etnici e antropologici che sarà visitabile gratuitamente fino al 28 ottobre.